Anche il bullismo, come la maggior parte dei comportamenti sociali, cambia, si adegua ai tempi e assume forme nuove.
È possibile che alcune azioni aggressive non vengano immediatamente percepite come “bullismo”, sia per chi le pratica che per chi le subisce.
Questa assenza di consapevolezza è a tutti gli effetti una forma di ignoranza che impedisce di comprendere il disvalore di tali prevaricazioni e di rappresentarsi il dolore che provano le vittime.
Per fortuna è in atto un cambiamento di sensibilità intorno a questo tema, e molte azioni violente che in passato venivano minimizzate oggi sono trattate con riguardo e attenzione.
In questo senso è fondamentale nominare, classificare e catalogare le diverse sfumature che la violenza può assumere, e in questo ci viene in aiuto la cultura anglosassone, da sempre meno omertosa e più sensibile a queste tematiche.
Oggi vi parliamo infatti di una forma di violenza chiamato “pigging”, “pull a pig”, letteralmente “acchiappa il maiale”. Detto in poche parole, il “gioco” è questo: un ragazzo generalmente considerato “popolare” finge interesse e attrazione nei confronti di una ragazza generalmente considerata poco attraente e non conforme ad alcuni standard estetici (il “pig”); quando la vittima inizia a cedere al corteggiamento, a fidarsi e a ricambiare le attenzioni ricevute, il bullo svela che l’interesse era finto, che si trattava solo di uno scherzo e che tutto era avvenuto soltanto per divertire e sollazzare gli amici.
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