Secondo l’immaginario transumanista, nel giro di qualche anno avremo il cosiddetto Homo excelsior. Una specie post-umana, geneticamente modificata e dotata di molteplici interfacce tecnologiche che ne miglioreranno le abilità fisiche e cognitive.
Il transumanesimo, per quanto possa sembrarlo, non è affatto un”utopia. Sta avvenendo proprio adesso. Parliamo dell”applicazione delle nuove tecnologie e dei progressi più sofisticati della scienza per migliorare le abilità umane. In tal modo, non solo potremmo porre fine alle malattie neurodegenerative, come l”Alzheimer, ma anche dare una forma a un salto evolutivo non naturale.
Quello che in molti chiamano postumanesimo, o tecnogenesi, è già una realtà. Basti pensare alla recente presentazione di Elon Musk, della sua azienda Neuralink, finalizzata allo sviluppo di interfacce che consentano di collegare il cervello umano a un computer. L”universo cyborg è un progetto scientifico, ma anche filosofico, che continua a svilupparsi in silenzio da anni.
Esistono già delle persone migliorate grazie alla tecnologia. Kevin Warwick, scienziato, ingegnere e professore di cibernetica all”Università di Reading, ne è un esempio. Lui stesso si è impiantato un chip per collegare il suo sistema nervoso a un computer e ottenere così la conoscenza per sviluppare un braccio cibernetico per le persone che lo necessitano.
E anche l”artista Neil Harbirson, che soffriva di acromatopsia (l”incapacità di percepire i colori) ha un chip impiantato nel cranio, che gli permette di “percepire” l”energia elettromagnetica dei colori. Ovvero, attraverso una forma di sinestesia per la quale i suoni si trasformano in colori.
Ciò gli ha permesso di diventare uno degli artisti più all”avanguardia del momento. E sebbene possa spaventarci e allo stesso tempo affascinarci, il transumanesimo è già una realtà.
“Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”.
-Arthur Clark-

Transumanesimo: di cosa si tratta?
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