Agli orfani di femminicidio spetta l’arduo compito di elaborare un lutto e capire quanto la via del perdono sia percorribile
A rendere alcuni femminicidi ancor più spietati è il fatto che il carnefice non è solo marito o compagno, ma padre, e la vittima è madre di quel figlio/a o figli che ad un certo punto della loro vita diventano orfani di femminicidio e vivono l’atroce realtà di avere la madre defunta ed il padre accusato di omicidio.
“Gli orfani di femminicidio: quando ad uccidere è stato loro padre”, sono parole che non dovrebbero esistere, in quanto esprimono un concetto atroce, condizione di un’efferatezza che non lascia soluzioni a chi rimane, ma solo dolore, indignazione o semplicemente negazione della realtà come meccanismo di difesa per mantenere un sé integro ed un riconoscimento ad un’appartenenza familiare a cui non dover rinunciare, almeno per un periodo, quello successivo all’evento delittuoso.
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