Il rapporto con se stessi e le relazioni con gli altri, la vicinanza fisica e l’intimità, incertezze, paure e ambiguità del mondo che ci circonda.
L’esperienza del Covid, ci ha portato ad un totale stravolgimento del senso del tempo, dello spazio e di una serie di credenze sulla relazione con noi stessi e con gli altri che davamo per scontate. Siamo obbligati a stare a distanza, ma ciò ci permette di considerare distanza e vicinanza come entità non necessariamente contrapposte.
L’attuale situazione del Covid ci ha messo e ci mette tuttora di fronte ad una profonda ed angosciante ambivalenza: la spinta della vita a volersi affermare senza riconoscere i limiti, i quali vengono percepiti come fonte di profonda ingiustizia e privazione, e la necessità di voler preservare i limiti di fronte al ritorno insistente della malattia (Recalcati, 2021). Massimo Recalcati, nell’articolo La nuova materia è la riscoperta dell’altro, si domanda:
Questa oscillazione, questa ambivalenza, che con tale termine presuppone quindi un’irriducibilità di entrambi i poli, non rappresenta forse un’esasperazione di quello con cui la vita, nella sua quotidianità, ci mette costantemente a contatto? (Recalcati, 2021)