Tra i giochi che preferivo fare da bambina il più divertente era sicuramente l’attenta osservazione delle persone. I loro movimenti, le espressioni, il loro modo di entrare in relazione con l’altro. Ascoltavo accuratamente le parole che sceglievano per raccontare ciò che accadeva intorno a loro, e come cambiavano in base al contesto in cui si trovavano. Una volta terminata l’osservazione mi sforzavo di capire a quale animale potessero assomigliare.
In alcune persone riuscivo a riconoscere chiaramente un solo animale. In altri ne riconoscevo molti diversi, a seconda delle situazioni sperimentate dalla persona. Da allora ho sempre creduto che esistessero degli animali che ci rappresentassero simbolicamente e che, osservando con attenzione i loro comportamenti, potessimo comprendere simbolicamente alcuni aspetti dell’animo umano.
Quando una piccola tartaruga (Caretta caretta) nasce sulla spiaggia, impiega circa tre giorni per raggiungere la superficie. Il suo carapace è ancora morbido e non ha alcuna difesa, ha solo la sua volontà. Il mare è a pochi metri di distanza ma per lei, così piccola, affrontare la spiaggia è un’impresa titanica. Ha pochi minuti per mettersi in salvo, per sopravvivere o morire, per non essere catturata dalla terra o dal cielo. Molti granchi aspettano solo il momento giusto per agguantarla al primo attimo di titubanza. Spera solo di riuscire a superare le sue prime ore di vita, affrontando le onde con tutta la sua forza, sperando di non essere rigettata indietro dal mare.
La sensibilità del carapace
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