I recenti studi di neuroscienze sociali sull’orientamento politico hanno dimostrato come questo sia la manifestazione di un più grande insieme di stili cognitivi ed affettivi, che rimangono stabili nel corso della vita di una persona (Block, 2006). Inoltre, è emersa con chiarezza la partecipazione di alcune regioni cerebrali nelle scelte politicamente orientate: l’amigdala, implicata nelle risposte di paura, e soprattutto la corteccia insulare, attivata dagli stimoli di disgusto fisico e morale (Rozin et al., 2009)
Numerose ricerche hanno mostrato differenze tra elettori liberali e conservatori:
- I liberali riescono a gestire meglio informazioni complesse o ambigue (Amodio et al., 2007) ed hanno un bisogno minore di gerarchie definite (Tagar et al., 2014). Posseggono più materia grigia nella corteccia cingolata anteriore, coinvolta nell’elaborazione di informazioni in conflitto tra loro. (Kanai, 2011)
- I conservatori vengono resi in media più ansiosi dall’ambiguità, si mostrano più sensibili agli stimoli negativi (Castelli, 2011) ed appaiono più inclini a percepire volti ambigui come minacciosi (Vigil, 2011). Posseggono più materia grigia nell’amigdala, implicata nella rilevazione di stimoli minacciosi (Kanai, 2011)
Regioni neurali e orientamento politico: quali sono interessate?
Una possibile risposta può venire da alcuni affascinanti esperimenti: mettendo dei soggetti in una stanza con un pessimo odore di rifiuti, essi si dimostrano più conservativi in un questionario compilato successivamente (indicando ‘poco d’accordo’ a domande come «se un caro amico si rivelasse gay, sarei favorevole al suo diritto di potersi sposare»). L’effetto del disgusto incide su politiche sociali legate alla purezza morale, ma non su politiche come la vendita d’armi. (Adams et al., 2014).
In un esperimento simile di Hodson (2007), si è trovato che in circostanze del genere vi è una maggiore attivazione della corteccia insulare ed è più probabile che in un questionario si valuti come sbagliata la pratica sociale di un outgroup, come una minoranza etnica.
Ma perché accade?
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