Tu vali in base alla qualità delle cure e dell’accudimento ricevuti nell’infanzia

La funzione genitoriale, non equivale semplicemente a un insieme di pratiche educative riguardo il modo di allevare i figli, è una realtà più complessa che comporta delle specifiche abilità che si apprendono nel tempo; le azioni dei genitori sono strettamente legate a un insieme di cognizioni, verso le quali spesso c’è inconsapevolezza, che riguardano lo sviluppo e l’educazione (Errante, 2006).

Nei contesti psicologici ed educativi si ricorre, con prestito linguistico, al termine “parenting” per riferirsi all’insieme delle azioni e dei comportamenti con cui i genitori, definiti in lingua inglese parents, si prendono cura dei figli promuovendo lo sviluppo fisico, emotivo, sociale ed intellettivo di questi ultimi.

All’interno di tali contesti di studio della genitorialità è stato precisato che la “funzione genitoriale”, e la connessa disponibilità a fornire cure, includono capacità cognitive, affettive e relazionali che non sono riducibili alle attitudini o alle caratteristiche individuali del singolo genitore bensì a come queste riescono a incontrare le necessità specifiche di ogni figlio.

Idoneità genitoriale: le 4 aree di competenza

A partire da numerosi studi sulle conseguenze di diversi stili e contesti di genitorialità, è ormai evidente che per rispondere alle esigenze dei figli occorre una sufficiente disponibilità alla costante rinegoziazione del ruolo parentale all’interno dell’equilibrio attuale della coppia genitoriale (Greco e Maniglio, 2009).

Sulla base delle capacità di parenting si definisce la cosiddetta “idoneità genitoriale” che si compone di quattro livelli o aree di competenza (Camerini, De Leo, Gustavo, Volpini, 2007):

  1.  il nurturing o nurturant caregiving, che include le risposte alle esigenze primarie fisiche ed alimentari ed è particolarmente importante nei genitori di neonati e bambini piccoli;
  2.  il material caregiving, che comprende il sostegno all’organizzazione e alla strutturazione dell’ambiente e del mondo fisico dei figli, che è rilevante in età precoci ma che resta, in modi diversi, estremamente importante per i genitori sia di adolescenti che di giovani adulti;
  3. il social caregiving, che racchiude i comportamenti messi in atto dai genitori per stimolare la vita relazionale dei bambini, che supportano lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e richiedono maggiore attivazione in alcuni momenti di vita rispetto ad altri in cui è più utile una presenza non interferente;
  4.  il didacting caregiving, che è un’abilità fondata sui comportamenti genitoriali che incoraggiano la comprensione del proprio ambiente e che supportano lo sviluppo delle abilità di problem solving.

Attraverso il ricorso a competenze di cura e di educazione, differenziate in relazione alle età e alle esigenze specifiche dei figli, i genitori o le figure alternative di accudimento assolvono a molteplici funzioni genitoriali, che rappresentano degli obiettivi generici e trasversali di supporto ad uno sviluppo equilibrato dei propri figli.

Purtroppo, però, concretamente, giorno dopo giorno, non sempre i genitori riescono a offrire il giusto sostegno emotivo ai propri figli. Ciò accade perché, spesso, i genitori non riescono a vedere il bambino per quello che è in realtà. Il genitore svolge il suo ruolo guidato dalle emozioni e filtra ogni frase e ogni azione attraverso di esse. Il risultato di questo filtro, purtroppo, non è sempre ottimale per la crescita emotiva del bambino.

La trascuratezza emotiva nell’infanzia genera il terreno fertile per la bassa autostima, la vergogna, l’inadeguatezza e… sì, anche per i disturbi di personalità e stili di attaccamento disfunzionali. Quando un bambino cresce senza le giuste attenzioni, può arrivare a sentirsi “sbagliato” o “invisibile”, perché percepisce che i suoi bisogni emotivi sono irrilevanti.Cresce con la gravosa sensazione che i suoi bisogni emotivi sono sbagliati.

Questa convinzione si auto radica come meccanismo di difesa. Il bambino non riesce a “elaborare” e riconoscere gli sbagli dei genitori ed allora pensa che egli stesso è sbagliato. Solo così legittima le mancanze ricevute dai genitori senza condannarli. Il bambino ha bisogno di tutto il sostegno emotivo dei genitori per avere consapevolezza di sé e per strutturare la sua personalità.
Il problema è che la nostra connotazione emotiva si radica in noi fin dall’infanzia. In questa fase la nostra autostima, così come il concetto di sé, si strutturano in base alle dimensioni relazionali. La relazione cruciale è quella con i genitori.

In parole povere, a livello psicologico, ognuno di noi, da bambino, ha assimilato questa uguaglianza: io sono ciò che gli altri mi restituiscono e, da adulti, ha applicato quest’assioma io valgo in base alla qualità delle cure e dell’accudimento ricevuti nell’infanzia.

Così un bambino che ha ricevuto le dovute attenzioni, crescendo svilupperà una sana autostima, al contrario, un bambino che non ha ricevuto le dovute cure emotive penserà di non meritare e avrà un concetto di sé svalutativo o svilupperà una serie di ferite interiori difficili da guarire.

PER CONCLUDERE…

E’ umano e normale avere qualche comportamento disfunzionale. La perfezione non esiste e, se ci fosse, sarebbe noiosa e dannosa tanto quanto alcune disfunzioni!  Nel nostro tentativo di essere genitori migliori dobbiamo solo cercare solo di ridurre le occasioni in cui si attivano certi comportamenti, in modo che costituiscano l’eccezione e non la maggior parte dei casi. In questo modo possiamo essere sicuri di garantire il benessere dei nostri figli.

Essere consapevoli di come gli istinti di cura possano deviare dal percorso prestabilito è interessante e può fare la differenza. Possiamo prendere la mira benissimo quando scocchiamo una freccia, ma dobbiamo essere consapevoli del vento per evitare di andare troppo lontano dal centro. Quindi diventa importante conoscere le Motivazioni al Parenting, le loro possibili funzioni sane e disfunzioni, i motivi che possono portarci da un estremo all’atro. Dopo la conoscenza un po’ di auto-osservazione non guasta. Mettiamo da parte l’orgoglio e le nostre sicurezze e cerchiamo di auto-osservarci quando interagiamo con i nostri bambini.

Fonte: https://psicoadvisor.com/tu-vali-in-base-alla-qualita-delle-cure-e-dellaccudimento-ricevuti-nellinfanzia-24947.html

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