
Ti capita di incontrare persone con un comportamento amichevole per poi rivelarsi ostile? O magari qualcuno che attribuisce sempre agli altri la colpa delle sue sventure? Ecco, questi comportamenti indicano un’aggressività passiva, un modo di comportarsi che esprime rabbia e ostilità ma in forma indiretta, cioè attraverso la passività, il masochismo e il rivolgimento contro se stessi. Grazie a questo meccanismo di difesa, si può colpire gli altri senza fare apparentemente nulla.
Tale comportamento si basa su una sorta di non-azione, condita da emozioni e motivazioni negative e accompagnato da un’ostilità occultata. Tutti possiamo avere atteggiamenti di tipo passivo/aggressivo, i problemi nascono quando queste modalità di relazione sono costanti e continue.
La persona passivo-aggressive sembra piacevole all’inizio, ma col passare del tempo si comporta in modo diverso. Si dice spesso che abbia”due facce”.
Personalità aggressiva passiva, genesi
Il terreno che predispone al comportamento o stile passivo-aggressivo è l’aver ricevuto una educazione severa e contraddittoria. In particolare:
Messaggi parentali contraddittori
I genitori sono stati poco coerenti nel rinforzare il comportamento dei figli. «Di solito la personalità passivo-aggressiva si sviluppa quando un bambino interiorizza le incoerenze e i vacillamenti contenuti negli atteggiamenti e nei comportamenti ai quali egli è esposto».
Ad esempio, alcune volte i genitori hanno premiato un certo suo comportamento, mentre altre volte lo stesso comportamento lo hanno punito o scoraggiato. Il bambino ha, pertanto, difficoltà a sviluppare una sufficiente confidenza di sé e stabilità emotiva che gli permetta di avere una linearità di condotta senza eccessivi oscillamenti.
Un genitore dal forte controllo e dalle richieste eccessive
Le difese passivo-aggressive si sviluppano quando uno dei genitori fa molto il controllore mentre l’altro resta assente o passivo. Di solito si tratta di una madre dominatrice e controllante e di un padre assente, debole o passivo. Di fronte a due modelli così opposti, il bambino impara un tipo di comportamento erratico che sintetizza controllo (madre) e passività (padre).
Ad un genitore perfezionista, esigente, pretenzioso, il bambino non può ribellarsi apertamente. Cerca allora canali alternativi di protesta che, però, non suscitino risposte eccessivamente punitive ma, anzi, attenzione e cura (si mangia le unghie, si bagna a letto, fa i capricci, non vuole mangiare, si intestardisce…) Inizia ad imparare un modo di esprimere il disappunto in forma indiretta e manipolatoria.
Iper-protezione
I genitori eccessivamente opprimenti sono di solito anche molto protettivi. In tal modo favoriscono nel bambino un’eccessiva dipendenza da loro. Ma il bambino super-protetto fa fatica a sviluppare la fiducia di base nella propria autonomia.
Quando è stato educato ad aspettarsi che gli altri gratifichino tutti i suoi bisogni, lui rimane dipendente dalle loro decisioni e impara a non esporsi chiaramente, a rimanere sotto protezione, con scarsa tolleranza alla frustrazione e allo stress e con la paura per decisioni proprie e autonome.
Lo stile della «brava» famiglia
In una famiglia dove, per contratto implicito od esplicito, non ci si confronta mai a viso aperto, dove non si difendono i propri diritti, dove non ci si fa valere e soprattutto non ci si arrabbia mai, è possibile che si creino i presupposti affinchè un componente della famiglia attivi comportamenti passivo aggressivi.
Chi cresce in un ambiente così, tenderà ad associare l’aggressività alla furia di un vulcano in eruzione e non può capire che la si può esprimere anche in modo costruttivo. Lentamente impara a fare ciò che viene richiesto ma senza l’apporto della convinzione personale e decisione autonoma.
Come riconoscere una persona passiva aggressiva, criteri comportamentali
- Nel lavoro sono spesso inconcludenti e poco responsabili, rimandano i loro doveri a un altro momento, non curanti delle conseguenze. Fanno male le cose di proposito, per evitare di dover fare qualcosa che non gradiscono o ritenuta non adeguata a loro.
- Rifiutano qualsiasi attività o responsabilità nuova oppure la sabotano finché non se ne liberano. Non collaborano nemmeno in gruppo trovando sempre errori nelle proposte degli altri. Accusano i loro capi/insegnanti e/o colleghi di essere incompetenti, ingiusti, autoritari e sconsiderati.
- Cercano di dare la colpa agli altri dei proprio errori e sbagli, criticando e accusando in maniera deliberata.
- Si sentono discriminati al punto di pensare che gli altri vengono sempre trattati meglio di loro, maturando sentimenti di ostilità, invidia, rancore e risentimento. I paragoni e i sentimenti negativi li portano sempre a criticare gli altri, mostrandosi scettici, cinici e sarcastici.
- Sono pronti alla discussione, creando conflitti, comportandosi con aggressività verbale senza mai arrivare allo scontro fisico. Esprimono in modo impulsivo le emozioni, con esplosioni incontrollate di rabbia che possono continuare con attacchi di ira e pianto.
- Hanno reazioni di collera a causa della loro aggressività contenuta che emerge quando vengono rimproverati per il loro comportamento.
- Di solito hanno atteggiamenti arroganti, minacciosi e di sfida ma in fondo sono insicuri, hanno bassa autostima e un’elevata necessità di autoaffermazione.
- Si sentono insoddisfatti di se stessi, non considerati dalle persone ed incompresi.
- Dipendono eccessivamente dalle altre persone, anche se non curanti dei consigli e delle opinioni degli altri.
- Litigano con frequenza senza tuttavia rompere le relazioni. Quando si rendono conto di aver forzato molto la situazione, fanno di tutto per calmare l’altra persona, promettendo che non accadrà più e facendo tutto il possibile per farsi perdonare e non rompere definitivamente il rapporto. Per questo le loro relazioni sono molto più durature di quanto possa sembrare a prima vista dall’esterno.
- Spesso si mostrano impazienti e suscettibili.
- Dimostrano il loro malcontento lamentandosi di tutto e protestando, facendo esaurire la pazienza degli altri e rafforzando così il loro senso di amarezza e incomprensione. Spesso si lamentano della sfortuna e che tutta la loro vita è stata un fallimento, pensando che non vale la pena di impegnarsi per nulla.
Frasi tipiche del passivo aggressivo
Un tempo il passivo-aggressivo veniva inquadrato come un disturbo della personalità. Dopo che, negli anni ’90, si affermò che non fosse logico considerare la resistenza, il pessimismo e l’aggressività mascherate come una patologia, salvo che non fossero pattern ripetitivi e costanti, il passivo-aggressivo venne ritenuto solo un tipo di comportamento, una personalità “non patologica”.
Di seguito sono riportate alcune tra le più comuni frasi passivo-aggressive che possono servire da campanello d’allarme per aiutarci a riconoscere l’ostilità nascosta:
“Non ho niente”
Negare sentimenti di rabbia è il classico comportamento passivo-aggressivo. Piuttosto che anticipare o essere onesto quando interrogato riguardo ai suoi sentimenti, la persona passivo-aggressiva ripete insistentemente: “non ho niente”, anche quando ribolle di rabbia all’interno.
ATTENZIONE: alcune persone hanno difficoltà a esternare e parlare di quello che provano, ma non è detto che siano necessariamente passivo-aggressive. Quando un soggetto è realmente passivo-aggressivo, si dimostra scontroso o si isola, ma manifesta anche altri tratti tipici dell’aggressività passiva, soprattutto la tendenza a scagliarsi contro la sua vittima o a rovinare la relazione col passare del tempo.
“Bene”, “Che cosa mai”
“Il malumore e l’evitare determinati argomenti sono strategie primarie della persona passivo-aggressivo. L’ostilità è motivata dalla convinzione che l’espressione diretta della rabbia possa peggiorare la propria vita” (Long, Long & Whitson , 2008).
Espressioni come “bene” o “che cosa mai…” sono utilizzate dalla persona passivo-aggressiva per esprimere indirettamente la sua rabbia, evitando quindi una comunicazione emotivamente onesta e il confronto diretto con l’altro.
“Sto arrivando!”
Le persone passivo-aggressive si assumono vari impegni, ma poi non li rispettano nel tentativo di vendicarsi. Il più delle volte non mantengono la parola data per scoraggiare gli altri.
Per esempio, un amico potrebbe accettare di aiutarti in qualche faccenda domestica, ma poi ti invia un messaggio dicendoti che quella mattina non si sente bene e non può venire. Nonostante sia comprensibile se si tratta di un episodio isolato, è probabile che la sua aggressività sia passiva se accampa sempre qualche scusa per non venire ad aiutarti.
“Tu vuoi solo che tutto sia perfetto.”
Nel caso in cui la procrastinazione non sia un’opzione consentita, una più sofisticata strategia che la persona passivo-aggressiva adotta, è quella di svolgere compiti/richieste tempestivamente, ma in un modo diasfunzionale.
Per esempio: “il marito lascia l’auto alla moglie per consentirle di sbrigare le proprie faccende, ben sapendo che non vi sia carburante .”
In questo caso il comportamento passivo-aggressivo è conforme con una particolare richiesta, ma in modo volutamente inefficiente, accusando il coniuge di essere rigido e /o perfezionista.
“Pensavo che lo sapessi.”
A volte, il perfetto crimine passivo aggressivo ha a che fare con le omissioni. Persone passivo-aggressive esprimono la loro rabbia di nascosto, scegliendo di non condividere alcune informazioni che potrebbero evitare l’insorgere di un problema, per poi provare piacere se l’altro si trova in ansia o in difficoltà.
“Complimenti!… anche se…….”
Per esempio, una persona passivo-aggressiva potrebbe elogiare un collega rivale sul lavoro che ha appena ricevuto una promozione, dicendo qualcosa come: “Complimenti! Sarai davvero felice all’idea di essere stato finalmente promosso dopo anni di svariati tentativi”. Un simile complimento suggerisce che il successo della promozione non è così pieno come potrebbe credere perché ha impiegato troppo per ottenerla.
“Stavo solo scherzando “
Quando la persona passivo aggressivo esprime ostilità a voce alta, lo fa attraverso il sarcasmo, prediligendo quindi ancora una volta una modalità indiretta. Nel caso in cui l’atro si mostri offeso, la battuta è spesso: “stavo solo scherzando”. Appaiono inoltre calmi, ma si fingono sconvolti quando il loro interlocutore si mostra arrabbiato per i loro atteggiamenti.
Quando si entra in relazione con questo tipo di persone può capitare che la nostra vita diventi un vero e proprio inferno, a tal proposito vi consiglio la lettura dell’articolo “Come gestire le persone prepotenti e litigiose”
Passivo aggressivo. conseguenze
Le persone passivo-aggressive che scelgono di non mostrare mai una parte di sé “cattiva” veicolando le loro emozioni di ostilità senza mai esporsi, inevitabilmente acquisiranno comportamenti di sopravvivenza quali passività, vittimismo, lamentosità, procrastinazione…
Il passivo aggressivo spinge il suo interlocutore ad estrinsecare una rabbia non sua, ponendosi in una condizione di martire e auto rinforzando l’assunto per cui la rabbia è di fatto un’emozione che non può e non deve essere espressa. Il passivo-aggressivo, con il suo comportamento (l’omissione dei propri sentimenti e delle proprie emozioni, il non fare, la passività …..) senza rendersene conto, tesse la tela nella quale rimane intrappolato:
E il suo continuo ricorso a soluzioni all’apparenza più “accettabili”, per paura di essere rifiutato paradossalmente lo porteranno a una profezia tanto temuta…l’altro si allontana e lo abbandona!
Ti ritrovi in qualcuna delle modalità appena descritte?
L’apporto che un percorso psicoterapeutico può offrire è sicuramente molto importante poichè sventare da soli i propri atteggiamenti passivo-aggressivi risulta un’impresa ardua e, spesso, poco proficua.
L’obiettivo principale, in questo caso, è individuabile nell’aiuto offerto a ridurre gli atteggiamenti disfunzionali che spesso sono alla base di un cattivo rapporto con se stessi e con gli altri, stimolando una modalità di comportamento più assertivo.
Fonte: https://psicoadvisor.com/come-riconoscere-una-persona-passiva-aggressiva-1056.html