L’orgoglio ha una cattiva reputazione, poiché lo associamo al narcisismo e all’essere spacconi. Tuttavia, questa dimensione presenta un lato positivo, quello che permette di prendere coscienza dei propri pregi e del proprio valore così da rafforzare l’autostima.
Il lato positivo dell’orgoglio è legato all’apprezzamento del proprio valore e al suo uso a proprio vantaggio, ovvero l’autoconvalida. Siamo tutti orgogliosi di qualcosa o qualcuno: il partner, i figli, gli amici.
Sebbene vi siano persone che travisano questa dimensione e scivolano nel freddo egoismo, non è bene rimuoverlo completamente dal nostro registro psicologico.
È positivo, di fatto, sfruttare la sicurezza che offre per aumentare gli obiettivi, la motivazione e anche una sana autostima. Non c’è niente di sbagliato nell’apprezzare i propri risultati, quindi migliorare l’autoconvalida. È anche consigliabile insegnare ai bambini a sentirsi bene quando dimostrano le loro abilità.
L’importante è non cadere nella trappola dell’arroganza e del disprezzo per gli altri. Se quel bambino è orgoglioso delle sue doti intellettuali al punto da disprezzare e ridicolizzare i suoi coetanei, ha già superato il limite dell’etico e del lecito. Se invece lo educhiamo sulla base del rispetto e dell’umiltà, i benefici sono indubbi.
Per decenni abbiamo interpretato l’orgoglio da una prospettiva buddista. Secondo il suddetto approccio, questa dimensione è concepita come una malattia, come un’entità dannosa che rivela il peggio dell’essere umano. In realtà, si tratta di un costrutto psicologico con due lati che dobbiamo conoscere.
Il lato positivo dell’orgoglio: l’autoconvalida
Di cosa siete orgogliosi? Sicuramente di molte cose e persone, o almeno ci auguriamo che sia così. Perché in questa società, spesso critica e che sminuisce, è molto difficile sviluppare una percezione positiva di sé.
C’è chi combatte costantemente con la sindrome dell’impostore. Molti trascorrono metà della loro vita cercando di scoprire in cosa sono bravi.
E gran parte della popolazione, soprattutto quella più giovane, presenta una scarsa autostima e perfino odio verso il proprio corpo. Abbiamo difficoltà ad amare noi stessi e persino a celebrare chi siamo, perché spesso ci viene ricordato che mostrare orgoglio equivale a mostrare narcisismo. In realtà nulla è tanto necessario quanto avere una percezione positiva e sana di se stessi.
Siamo stati scarsamente istruiti in questo ambito. Perché il lato positivo dell’orgoglio è una dimensione fondamentale del benessere psicologico.
Lo sostiene la psicologa Jessica Tracy, dell’Università della California, Davis, per esempio. I suoi studi supportano l’idea che l’ orgoglio sia un’emozione umana fondamentale con uno scopo sociale. Questo perché porta a vedersi come meritevoli di rispetto, apprezzamento e considerazione.
Differenze tra il lato positivo e il lato negativo dell’orgoglio
Sappiamo già che la scienza psicologica ha definito l’orgoglio un’emozione. Ora, dobbiamo capire che questo può essere a valenza positiva o negativa.
In altre parole, c’è chi lo intende ed esprime in modo genuino e salutare. Altri, invece, si spingono fino all’estremo più vanaglorioso e chiaramente narcisistico. Vediamo ora come distinguere queste due facce:
- Il sano orgoglio ha a che fare con la fiducia in se stessi, con quell’atteggiamento motivante che ci ricorda che “possiamo farcela”.
- L’orgoglio è legato all’autostima positiva quando ci rendiamo conto che i nostri sforzi portano a dei risultati. La persona narcisista, invece, presume che tutto va bene per loro perché fa parte della sua natura, è innato.
- La persona che fa uso del lato positivo dell’orgoglio rispetta gli altri, si valorizza, ma non si percepisce migliore di nessun altro. Non si vanta, non prende in giro e non ha bisogno di cadere nel gioco del confronto sociale in nessun momento.
- La dottoressa Jessica Tracy ha spiegato nel suo libro Take Pride (2016) che il sano orgoglio è autentico. In altre parole, la persona orgogliosa ha una visione precisa e oggettiva (non gonfiata) delle sue virtù e dei suoi limiti.
Autoconvalida con umiltà e assertività
A volte ci sono persone particolarmente brave in un settore e gli altri la ostacolano. Per esempio, un giovane può essere un grande artista, ma la famiglia sminuisce il suo dono perché si aspetta che si dedichi a studi giuridici o economici. A causa di ciò, finirà per dubitare delle sue doti artistiche e accetterà di intraprendere un percorso di studio che non la soddisfano.
L’orgoglio è quella bussola che ci ricorda che siamo degni di ciò che vogliamo. Ci guida a prendere decisioni migliori e a essere assertivi quando difendiamo ciò che riteniamo giusto o buono per noi, a prescindere dall’opinione altrui. La persona dell’esempio ha bisogno di una dose più alta di orgoglio per proseguire la carriera artistica che lo rende felice.
Allo stesso modo, e non meno importante, dobbiamo ricordare che l’autoconvalida ha un alleato, l’umiltà. Perché una cosa non è in contrasto con l’altra. Del resto, chi comprende il bisogno di apprezzamento e di valutazione positiva di sé non esita a offrirlo agli altri.
Meritiamo tutti di ottenere ciò che desideriamo, di sentirci orgogliosi di chi siamo e di quello che abbiamo raggiunto. Perché non dovrebbe essere così?