L’amore non premia gli sforzi

In qualsiasi rapporto equilibrato c’è armonia nel dare e nel ricevere. Se esiste un ingrediente speciale della felicità, è senz’altro questo. Le relazioni umane sane si basano sullo scambio, sull’equilibrio tra dare e ricevere, dove i bisogni di ognuno vengono rispettati. Così la generosità rimane un meraviglioso dono che fa felice entrambi, perché, se alla fine la persona generosa finisce per essere depredata, non è più generosità ma sacrificio.

C’è differenza tra essere amati ed essere apprezzati?

La differenza è netta anche se siamo da sempre portati a pensare che le due cose vadano di pari passo. Già da piccoli facevamo confusione a definire tale concetto. Da bambini pensavamo che disobbedendo ai nostri genitori o magari non prendendo voti alti a scuola, loro avrebbero smesso di amarci. E questa convinzione ha inevitabilmente influito su tutte le nostre relazioni in età adulta.

A questo punto è legittimo chiedersi come sia  potuto accadere e perché finiamo per intraprendere relazioni sbagliate. In tal caso occorre riflettere sulla propria infanzia.

Riflessioni sulla propria infanzia: la ricerca dell’amore a base di sforzi

Quando nasce un amore, il suo percorso o i suoi svariati intoppi  non possono essere disgiunti dalla storia affettiva ed emotiva di entrambi i protagonisti della coppia. La coppia è molto di più della semplice somma delle sue parti.

L’incontro tra due persone è un alchemico percorso, frutto del passato di ognuno di loro, del loro presente individuale e di coppia e delle loro più segrete aspettative di vita futura. Alla luce di ciò, ci rendiamo conto di quanto sia importante nella scelta del partner, avere ricevuto una “base d’amore sicura” durante l’infanzia come “dote affettiva”.

Secondo la teoria di Bowlby è il rapporto con le figure di caregiver che permettono di interiorizzare una figura valorizzata di sé: un bambino amabile, importante, accettato per come è. Oppure uno fragile: “non ho attenzioni perché non me le merito, non sono abbastanza importante, posso essere amato solo se faccio quello che dicono mamma e papà“.

Con il passare degli anni, impariamo a forgiare relazioni basate sullo sforzo, e l’altra persona riveste per noi una grande importanza, mentre noi rimaniamo a sua disposizione.

La nostra felicità inizia a dipendere dagli altri, dal valore che ci attribuiscono. Tutto ciò può andare bene solo all’inizio di una relazione. Con il tempo, questo continuo prodigarsi per l’altro, inizia a causare sofferenza.

In amore c’è chi da e chi prende, e c’è chi da senza ricevere nulla in cambio

C’è chi da e riesce a farlo con serenità e spontaneità, e chi no. Ci sono i partner generosi e gli avari. Di cuore e di denari.  Ci sono i rapporti simmetrici e quelli asimmetrici derubricati di reciprocità.

Essere apprezzati non significa essere amati

Si dice che in amore si debba dare senza aspettare di ricevere nulla in cambio, perché il vero amore è proprio quando è disinteressato: questo è vero quando lo stesso vale per il partner che ricambia l’amore in modo spontaneo. Allora ci si nutre a vicenda di un sentimento libero da ogni costrizione.

Ci sono storie, però, in cui l’amore è a senso unico: e prima di trovare il coraggio per interrompere una relazione destinata a non funzionare, si ama, si dona, si dà tutto se stessi e in cambio ci si sente solo calpestati.

Valorizzare non è sinonimo di amore. Certo, spesso le due cose vanno a braccetto ma solo quando possibile. Se il tuo partner inizia a lamentarsi perché si sente trascurato e tradito nelle sue aspettative, dovrà farsene una ragione e mostrare la comprensione che meriti. In caso contrario vorrà dire che non nutre abbastanza affetto e rispetto per te. In queste situazioni la comunicazione e l’empatia sono ingredienti essenziali.

Un esempio pratico? All’inizio della relazione hai voluto viziare il tuo partner portandogli la colazione a letto ogni mattina. A un certo punto, questa bellissima abitudine non è stata più compatibile con le tue nuove priorità e pertanto hai interrotto il rituale mattutino. Insomma, solo perché non hai continuato a portargli la colazione a letto, il tuo partner non può sentirsi deluso o essere risentito nei tuoi confronti!

Il problema è che per troppo tempo non abbiamo saputo distinguere tra l’amore degli altri per ciò che facciamo e l’amore per quello che siamo. Abbiamo sentito  frasi del tipo: “se mi ami, dimostramelo”. Una frase che riassume quanto siamo condizionati da ciò che possiamo o meno dimostrare con le nostre azioni, esattamente come accadeva quando eravamo piccoli.

Quante coppie cominciano, con il tempo, a recriminare cose che prima permettevano? Sembra che quando smettiamo di essere accecati dalla fase dell’innamoramento, vediamo la persona per quello che è, e non ci piace.

Cosa facciamo allora? Proviamo a cambiare questa persona, a modificarne l’essenza, a trasformare il suo essere. E chi si porta certe ferite dentro l’anima non gli resta che cercare sempre il modo di rendere felice chi è al suo fianco per potersi sentire amato e valorizzato.

Non ha senso agire per sentirsi apprezzati

L’errore più grande che si fa nella gestione dei sentimenti è quello di darsi totalmente anche quando dall’altra parte riceviamo solo scarti. L’affetto e l’amore non si guadagnano facendo qualcosa per gli altri.

Perché tutti noi possiamo cambiare idea o avere una giornata no, e rifiutarci di fare qualcosa per gli altri. Non bisogna sforzarsi tanto, non bisogna smettere di pensare a se stessi e rendere l’altro la nostra priorità, altrimenti, prima o poi, dipenderemo dagli altri per essere felici.

Non siamo più bambini, siamo adulti maturi e meritiamo di essere felici e di non dover fare sempre l’impossibile affinché gli altri ci amino. So bene quanto la vita ci trasformi in persone molto dure e quanto siamo adattabili e accettiamo il restringimento. Ma è troppo triste vedere la vita passare davanti ai nostri occhi senza afferrare con tutta la nostra forza l’unica possibilità di felicità, solo perché ci siamo abituati alle briciole

«La suprema felicità della vita è essere amati per quello che si è o, meglio, di essere amati a dispetto di quello che si è». È ciò che scriveva Victor Hugo. Abbandoniamo la credenza che amare sia sinonimo di essere valorizzati grazie a ciò che possiamo fare per gli altri. Iniziamo a concentrarci su noi stessi e smettiamo di sforzarci tanto per essere amati. Le persone che ci amano lo faranno per come siamo, non per quanto facciamo per loro.

PS: E’ uscito il mio primo libro “Riscrivi le pagine della tua vita“ Edito Rizzoli. Se hai voglia di ricominciare a volerti bene, è il libro giusto per te.

Nel libro ti prendo per mano per accompagnarti nel tuo mondo interiore; un incontro con il bambino (spaventato, arrabbiato, pieno di vergogna) che sei stato. Bambino che è ancora bloccato nelle situazioni traumatiche che ha vissuto. Ti insegno a rivendicare il tuo valore di persona completa, degna di stima e meritevole di amore. Ti insegno ad ascoltare i tuoi bisogni e, soprattutto, farli rispettare. Perché sì, si nasce due volte: la prima è lasciata al caso ed è quando vieni al mondo, la seconda si sceglie, ed è quando impari a conoscerti e volerti bene.

https://psicoadvisor.com/lamore-non-premia-gli-sforzi-32875.html

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