Storia sulla giustizia: “Il cuore della cipolla”

Questa storia sulla giustizia ci spiega perché è importante imparare a osservare la natura e lasciarci guidare dai suoi cicli, invece di intervenire su di essi, causando grandi squilibri.

Vi presentiamo una storia sulla giustizia che inizia molti, molti anni fa, quando nulla aveva un nome e le cose erano ancora in fase di creazione. Gli dei si riunirono e decisero di creare un ortaggio da donare agli esseri umani: la cipolla.

Gli dei avevano un occhio di riguardo per la più grande delle loro opere ed è per questo che volevano offrirle un dono speciale. Avevano intenzione di creare un sapore che rendesse i cibi più deliziosi e che stesse bene nella maggior parte delle ricette. Fu così che crearono la cipolla.

All’inizio, le divinità pensarono solo al sapore. Quindi realizzarono un ortaggio compatto, molto diverso da quello che conosciamo oggi. Era morbido e con un sapore delizioso e si sposava molto bene con quasi tutti i cibi. Gli umani furono felici di vederlo crescere nei loro giardini, perché all’inizio lo faceva spontaneamente.

“Viviamo sulla terra come se ne avessimo un’altra su cui andare.”

-Terry Swearingen-

Coltivazione di cipolle

Il regno della cipolla

Questa storia sulla giustizia racconta che le cipolle presto diventarono le regine dei campi. Erano di vari colori e tutti le consideravano veri gioielli della natura. Gli uomini erano felici; non importava quante ne mangiassero, la loro presenza dava un tocco speciale a ogni piatto.

La fama della cipolla crebbe così tanto che in breve tempo la sua produzione raggiunse livelli che oggi non possiamo immaginare. Gli uomini cominciarono a piantarle in modo esagerato. C’erano così tante cipolle che gli uomini dimenticarono di prendersi cura delle altre piante. Quindi, le altre verdure e la frutta iniziarono a scomparire.

Ci fu un momento in cui il numero di cipolle era talmente alto che gli uomini iniziarono a strappare via le radici che avevano piantato con tanto entusiasmo poco prima. Ciò produsse un vero e proprio “massacro delle cipolle”.

Le cipolle sono finite

Di fronte a questo comportamento da parte degli uomini, gli dei decisero di intervenire affliggendo loro una grande piaga e distruggendo così tutte le cipolle dei campi. Gli umani tornarono a coltivare altre piante, ma molti di loro ricordavano ancora il delizioso sapore di quell’ortaggio che aveva causato tanta agitazione.

Molti dei cibi non avevano più sapore. Le divinità si accorse che gli esseri umani erano capricciosi e instabili. Non sapevano apprezzare i grandi doni inviati dal cielo. Se erano pochi, ne volevano di più. Ma se erano molti, li disprezzavano. Gli dei non capivano il perché.

Gli uomini, in ogni caso, si erano pentiti. Implorarono gli dei di rispedire quel delizioso ortaggio che a loro era piaciuto così tanto. Sull’Olimpo avevano conservato alcune cipolle in ricordo di quell’episodio. Vedendo che gli umani erano così tristi, decisero di dare loro una nuova possibilità.

Una storia sulla giustizia

Gli dei avrebbero inviato di nuovo le cipolle sulla Terra, ma queste, che in cielo avevano acquisito dei sentimenti, erano terrorizzate. Avevano paura che gli umani capricciosi potessero ossessionarsi di nuovo con loro e finissero per sterminarle. Il Dio della Saggezza pensò quindi che questa potesse essere una buona opportunità per insegnare agli umani una lezione: dovevano imparare a dare valore alle cose e amministrarle con saggezza.

Il giorno successivo, gli umani trovarono dei piccoli bulbi nei loro giardini. Sembravano cipolle, ma erano troppo piccole. Tanto che non osarono raccoglierle, poiché pensavano che non sarebbero più cresciute.

Trascorsero alcune settimane e poi un giorno i bulbi si svegliarono coperti da un nuovo strato che li faceva sembrare più vecchi. Gli umani iniziarono a pensare che forse si trattava di una nuova specie di cipolla.

Donna che piange mentre sbuccia le cipolle

Questa storia sulla giustizia narra che le cipolle continuarono a riempirsi di strati finché non acquisirono la forma nota agli uomini. Questi erano molto felici, ma quando le tagliarono per mangiarle, notarono che all’interno non erano più come prima: non sembravano più compatte, inoltre, avevano diversi strati.

Se le tagliavano con il coltello, usciva un liquido amaro, perché non dimenticassero il massacro avvenuto in precedenza. È questo il motivo per cui ogni volta che tagliamo una cipolla ci viene da piangere: per ricordare per sempre che tutto quanto esiste in natura ha un valore inestimabile e non dobbiamo sprecarlo o buttarlo via.

Fonte: https://lamenteemeravigliosa.it/storia-sulla-giustizia-cuore-di-cipolla/

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