Le donne che abitano la profondità, nella vita di ogni giorno

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Dicembre 28, 2025


Identità silenziose in un mondo che chiede rumore

C’è una vibrazione che accompagna alcune donne. Non è appariscente, non si misura in performance o visibilità, ma è costante. È la profondità: una presenza interiore che si manifesta nelle scelte quotidiane, nella capacità di restare fedeli a sé stesse anche quando il contesto invita a semplificare, a ridursi, a correre.

Non è una qualità astratta. È qualcosa che prende forma nella vita reale, tra lavoro, relazioni, maternità, aspettative sociali e desideri personali.

Sul lavoro: competenza, ascolto, resistenza

C’è una donna che entra in ufficio ogni mattina con la consapevolezza di dover dimostrare più degli altri. È preparata, osserva, ascolta. Sa che la sua voce verrà presa sul serio solo se sarà impeccabile. Quando parla, non alza il tono: costruisce.

La profondità, qui, è non trasformare la fatica in cinismo. È continuare a cercare senso, anche in ambienti che premiano la velocità più della visione.

Come ha scritto Michela Murgia, riflettendo sul potere e sull’identità:

la vera forza non sta nell’adattarsi a ogni costo, ma nel non perdere la propria forma.

Madri (e non madri): il peso delle scelte

C’è una madre che lavora mentre la cena è sul fuoco e i figli chiedono attenzione. Vive una tensione costante: la sensazione di non essere mai del tutto nel posto giusto. Eppure, ogni giorno, insegna qualcosa di essenziale: che l’amore non richiede l’annullamento di sé.

Accanto a lei, c’è una donna che non è madre. Ha scelto — o ha accolto — un percorso diverso. Si muove tra lavoro, affetti, progetti personali. Si stanca delle domande implicite, delle aspettative non richieste. La sua profondità è restare fedele alla propria traiettoria.

Come osserva Concita De Gregorio, nel raccontare l’universo femminile contemporaneo: “alle donne viene spesso chiesto di scegliere, raramente di essere intere

Corpi, immagini, confronto continuo

C’è una giovane donna che scorre i social e sente il peso del confronto. Vite curate, corpi perfetti, successi esibiti. A volte si sente indietro. Poi chiude lo schermo e torna a ciò che è reale: scrive, pensa, si ascolta.

Impara che crescere non significa arrivare prima, ma riconoscersi. Che la profondità non fa rumore, ma resiste nel tempo.

Lo scrive Chiara Gamberale in molte delle sue pagine più intime: “diventare adulti è smettere di cercare continuamente approvazione.

Imparare a mettere confini

C’è una professionista che, a un certo punto, smette di dire sempre sì. Non per durezza, ma per lucidità. Impara a scegliere, a non giustificarsi, a non essere sempre disponibile. Comprende che la profondità non è sacrificio infinito, ma rispetto di sé.

Come ha scritto Lidia Ravera, parlando di maturità femminile: “la libertà arriva quando non si chiede più il permesso per esistere.

Tenere insieme le parti

Tutte queste donne abitano la profondità senza proclamarlo. Tengono insieme ruoli diversi, emozioni forti, responsabilità e desideri. Vivono in un tempo che chiede alle donne di essere tutto, subito e bene. Loro scelgono, invece, di essere vere.

Essere donna oggi significa stare nel caos senza perdere il centro. Significa accettare la frantumazione come passaggio, non come fallimento.

Come scrive Elena Ferrante, raccontando l’esperienza femminile:

la frantumazione non è una debolezza, ma una fase necessaria della trasformazione.

La profondità come atto quotidiano

Tutte queste donne abitano la profondità. Non perché la cerchino attivamente, ma perché la vivono. Nel modo in cui parlano, lavorano, amano, resistono. In un mondo che chiede alle donne di essere tutto e subito, loro scelgono di essere vere.

Essere donna oggi è tenere insieme parti diverse senza smarrirsi. È lavorare, crescere figli o sogni, affrontare giudizi, cambiare idea, ricominciare. È sentire tanto e non chiedere scusa per questo.

La profondità non è un tratto straordinario. È una presenza costante. È ciò che permette a una donna di attraversare i propri giorni senza smettere di riconoscersi.

E, in silenzio, di cambiare il mondo intorno a sé.

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